Nota: il titolo l’ho dato per il puro gusto dell’ossimoro 😉
La sveglia suona quando mi sono appena riaddormentato dopo la mia solita veglia insonne.
Fuori ci sono 3 gradi, ma il sole promette calore.
Volevo partire massimo alle 7:30 e infatti, puntuale alle … 8:30 mi avvio!
Uscire da Santiago stavolta é facile, a parte il traffico intenso.
La strada é abbastanza noiosa, poi inizia a muoversi di colline e lunghe salite e discese.
Sulle prime, la velocità scende drammaticamente, a 50 all’ora, a volte anche meno. É un ottimo esercizio di autocontrollo e resistenza.
Sulle seconde, invece, devo trattenerla per non andare a sforare i 90/100 indicati; preferisco evitare perchè sta finendo il rodaggio e ha l’olio che, oltre a non saperne il livello, sicuramente contiene varie impurità dovute alle parti del motore che hanno iniziato il lavoro e si sono adattate le une alle altre
Il traffico é comunque molto meno intenso rispetto alla tratta Concepcion – Santiago. Quello che non cambia sono i caselli dove si paga il pedaggio che a cadenza più o meno regolare interrompono la marcia. Tra parentesi anche il Cile ha le tariffe differenziate per moto e macchine … No comment sull’Italia, che continua a distinguersi in negativo.
L’ennesimo casello é per un tunnel, che da solo costa 1700 pesos. L’alternativa é una ignota “ruta por la costa”. Non ci penso nemmeno, ho appuntamento col meccanico Honda a La Serena massimo per le 18:30 e devo esserci!
Imbocco quello che si rivela essere un lungo, stretto budello soffocante di smog privo di qualsiasi aerazione.
Esco dal tunnel in un clima totalmente differente: sono immerso in una nebbia gelida che impiega diversi km per diradarsi
Finalmente, il Pacifico! Il mare, l’oceano in questo caso, aggiunge sempre quel tocco di infinito e bellezza ai paesaggi
(Ambrosoli!)
Supero alcune belle spiagge, ovviamente deserte, sia perchè in mezzo al nulla, sia perchè l’acqua dell’oceano é gelida oltre ogni possibile resistenza umana.
Poco prima de La Serena, Nelinkas compie i suoi primi 1000 km, auguri!! 🙂
Tanto per cambiare a La Serena mi perdo: il B&B che ho preso con AirBnB é parecchio fuori dalla città, in una zona di basse case sicuramente iniziate abusivamente e poi regolarizzate (forse).
La casa comunque é carina e la signora parla inglese … Il tutto per continuare a non confrontarmi con lo spagnolo.
La signora mi osserva tra l’incredulo e il divertito, poi mi accoglie con “sei l’ospite con più bagagli che abbia mai avuto … E tutti su quella moto, per giunta!”
Esco di nuovo al volo perchè ormai é tardi e rischio di bucare l’orario limite del meccanico “entro le 18:30”.
Mi perdo nuovamente tra strade e stradine, poi mi imbuco in quella che sembra essere l’ennesimo quartiere ex abusivo. Alla fine becco la strada che mi serviva e, dopo un po’ di tentativi, anche il concessionario Honda che cercavo.
Che in realtà ha moto di tutte le marche e la prima che vedo accogliermi dalla sala esposizione é … Una Ténéré come la mia!!! Mi prende il magone a pensare alla Duchessa ferma a Roma …
Parlo col meccanico che mi garantisce che domani alle 12 la moto sarà pronta. Speriamo.
“Dove posso trovare un taxi per tornare a Villa La Florida?”
“Laggiù, vicino a quel supermercato”
Mi avvio e, quando arrivo di fronte al parcheggio, mi metto a bordo strada in palese atteggiamento di attesa. Tempo 2 minuti e si ferma un taxi, già con 3 persone dentro, escluso il tassista.
Chiudo la portiera e il tassista mi chiede dove vado.
“La Florida”, rispondo.
Non faccio in tempo a finire che inchioda e mi intima di scendere, quasi scocciato. Gli chiedo il motivo, ma fa solo un gesto con la mano di smammare e pure veloce.
Proseguo verso un grande incrocio e chiedo informazioni.
Mi rispondono che devo prendere un “colectivo” che posso trovare qualche isolato più in là.
Chiedo l’ennesima informazione quando Marisa mi salva.
“Non mi piace vedere le persone in difficoltà!”
É una signora di mezza età che lavora nell’ospedale lì vicino. Mi accompagna fino alla fermata del colectivo e mi saluta. Grazie!
Le file, lunghissime, in realtà sono due: una per i micro (pulmini) e una per i colectivo (taxi colletivi, perennemente pieni). Imparo anche che i colectivo hanno la destinazione (di massima) scritta sul segnale luminso sul tetto.
La fila non scorre, di colectivos se ne ferma uno ogni tanto che carica massimo una persona, in quanto già pieni.
La vedo brutta e sto per avviarmi a piedi, quando arriva un micro che guarda la fila incredibilmente lunga, chiede a un paio di persone dove devono andare e, all’improvviso, gira il cartello che elencava le sue fermate e grida:
“Antenna! La Floridaaa!”
Antenna é una zona vicino La Florida. In pratica da micro che andava in certe zone, si é trasformato in mega-colectivo che va da tutt’altra parte.
Si forma un grumo di gente che cerca di salire a bordo. Proprio quando penso di non farcela perchè già pieno come un uovo, riesco a mettere un piede sul primo gradino. Un po’ di spinte e sono dentro. La porta si chiude alle mie spalle e con un potente rombo, partiamo.
Andiamo verso La Florida, fermandosi istantaneamente ogni volta che qualcuno chiama la fermata. Non c’è il concetto di fermata, c’è il concetto di dove deve andare la gente.
Scendo e percorro a piedi il pezzo fino al B&B, tra basse case in viuzze semi buie poco rassicuranti.
E anche oggi ho finito col buio … Non male come inizio!
Bilancio alimentare di oggi:
– Colazione: nulla
– Pranzo: caffè americano con cornetto
– Cena: questa
Verranno giorni migliori, lo so …
Bravo! Mangia poco che la moto va più veloce…;-)
Evidentemente a “pranzo” ti sei fermato: qualcosa di nutrizionalmente meglio del cornetto dolce no??? 🙂
Hai ragione, ma per mia abitudine, la prima cosa che mangio nella giornata (fosse anche alle 13 come ho fatto ieri) deve essere dolce 😉
Ieri sera mi sono premunito e ho comprato un succo di frutta e dei biscotti per stamattina, visto che secondo me di bed and breakfast, questo posto ha solo il bed e pure sfondato (quando si fa giorno metto una foto)
Vai, esatto mangia poco, che poi torni dimagrito a 68 kg.
L’impresa sembra interessante a prescindere dal catorcio che ti ritrovi.
Mi spiace di non averti preparato.. il funzionamento di micro e collectivo è lo stesso in Bolivia ed anche in Perù (un po’ meno folcloristico, in Perù).. più o meno vanno dove deve andare più gente.
In Bolivia non hanno cartelli.. c’è sempre un ragazzo/ragazza che urla le fermate stando praticamente fuori dal pulmino..
Per ora mi sembra vada tutto bene, certo, in Bolivia scordati quelle strade..hanno quasi solo cemento e sterrato, niente ponti e tanti guadi (almeno, nel 2007 era così).
Forza e coraggio.. torva poi il tempo di mangiare (e se sali di quota di farti delle gran tisane di coca): hanno la quinoa che è un alimento (cereale) completissimo.. fanne scorpacciate!!
Man mano che mi vengono in mente le cose te le scrivo qui, se ti va bene, a commento delle tue impressioni!
Suerte!
Aldo
Della quinoa me ne parlava anche Caterina, appena posso la provo 🙂
Scrivi pure qui sul blog, leggo tutto e anzi, ringrazio, i commenti mi fanno molto piacere, é come sentire ogni volta la voce di ognuno di voi 🙂
Vediamo se nei prossimi giorni riuscirò ad essere così regolare con gli aggiornamenti, ma ho dei dubbi …
non è esatto. In Cile le micro e i collettivi hanno percorso stabilito e ci sono persone che sulle strade controllano gli orari di passaggio delle micro e in più carabinieri e altri funzionari “fiscalizzano” i mezzi.
Naturalmente esistono le eccezioni;)
Avresti potuto lasciare la moto pollo Nelinkas dal mecca e prederti una tenerè! 🙂
P.S. Secondo me ti conviene mangiare meglio…
Uh che nostalgia la Tenerella … Che poi ho ancora la “testa da Tenerè” con cui penso di poter fare senza troppo sforzo 800 km in un giorno. Qua al massimo posso farne 600 … In Cile … Altrove nemmeno quelli immagino.
Per il mangiare assolutamente sì, ma sono finito in un posto fuori città dove attorno non c’è nulla 😦
La tipa ieri ha iniziato a dire che vicino c’era un ristorante cinese e forse uno che dovrebbe fare la pizza.
Con la stanchezza che avevo, non m’è proprio venuta voglia di uscire e al piccolo supermercato in cui m’ero fermato, le patatine erano l’unica cosa non-dolce commestibile, a meno che non volessi mangiare una fetta di carne cruda 😉
Nei prossimi giorni andrà meglio, lo sento … Anche perchè peggio, c’è solo il digiumo 😉
Sempre parlando di Bolivia (2007) e Perù (2012), il cibo non manca.. ristoranti più o meno validi ovunque, cibo più che buono e prezzi onestissimi ovunque.
Dalla Bolivia gli aggiornamenti temo scenderanno molto di frequenza.. in Perù il WiFi è ovunque.. anche i pulman turistici.. chiedi la password e chatti mentri viaggi dietro, a fianco o davanti al pulman!! 😉
Aldo
Bella Fabio ‘sta cosa che io posso seguirti mentre suguiti il tuo viaggio; sono a bordo con te va, diciamo così. Questo percepisco.
Aggiorna, aggiorna ch’io ti seguo, visualizzo, ti inseguo, leggo.
Bello. Ma non c’è un modo per far andare un po’ più veloce il MotoNelinkas? Che ne so… una marmitta vuota, una candela particolare, un carburante adatto.
Vabè vado.
Invio va.
Boh … Volevo chiedere al meccanico ieri, ma a parte la difficoltà linguistica, poi ho pensato che magari si metteva a rischio il motore … Come insegna il Mullah (che tu non hai conosciuto) meglio piano che a spinta 😉
…o un plexiglass (ora non voglio fare l’esperto che rimedia a tutto, anzi; cerco solo di suggerire quel poco che so tentando di rendermi utile, ammesso che tu ne abbia bisogno), dicevo un plexiglass, simile a quelli aerodinamici, che ne dici? Da attaccare al cupolino bianco della tua moto con 2 o 3 viti e rispettivi dadi, e poi da isolare, così da non spaccare la plastica una volta serrate le viti, con rondelle in gomma prese magari da una camera d’aria o qualcosa del genere, mi viene in mente ora. Sì, è un rimedio artigianale ma efficace per guadagnare… diciamo forse.. 6 o 7 km/h ? e poi per consumare un po’ meno sui percorsi in pianura.
Sì perchè lo fece il Mazingo ricordo, consigliato dal suo meccanico prima di un viaggio con la sua XT 600 verso le Alpi.
Lui lo tagliò con un seghetto da un vecchio parabrezza di un motorino del fratello, ma con l’unico problema di forare il cupolino originale della Yamaha.
L’alternativa però c’è: eliminare dadi e bulloni, niente buchi quindi, e usare un nastro adesivo americano (quello molto robusto di colore grigio), un altro metodo che gli disse il meccanico.
Ora vado, tu vai.
Macro, questo mi interessa molto, ci pensavo giusto ieri nelle lunghe ore passate in moto (in parte passate stando “in carena”).
E pensavo che se avessi montato un affare per ripararmi dal vento, come avrei voluto fare, chissà forse sarei rimasto fermo anche a gas tutto aperto e in discesa.
Invece dici che aiuterebbe?
Per favore prova a fare un disegno con le misure e tutto e mandamelo via mail, che provo a farmelo fare quando mi fermo qualche giorno. Senti anche Mazingo in caso, anzi mò vi scrivo 😉