Tra re e regine Moche

Appena inizio a montare i bagagli, mi rendo conto di essere nervoso. Sono teso, pronto a scattare su quello che normalmente ignorerei. Dopo diversi giorni di permanenza in Perù, direi che qui ci sono due problemi di ordine sociale urgenti, risolvendo i quali si migliorerebbe la qualità della vita.

Primo, ovvio: i cani. Sono ovunque, sempre pronti ad inseguirti e, in caso, ad attaccare. Parlandone giorni fa con i genitori della mia amica a Lima, sono venuti fuori diversi casi di uccisione di bambini da parte di cani randagi.

Secondo, i tassisti con i loro clacson. Suonano sempre, ovunque e comunque. Due tre colpetti di clacson, continuamente, sembra che abbiano il singhiozzo: ogni pochi secondi, BI-BIIP! Oppure quelli più esotici, hanno montato delle sirene e quindi emettono la parte iniziale della “melodia”.
Il loro intento è attirare l’attenzione dei potenziali clienti. I tassisti guardano le persone che camminano a lato della strada con la stessa bramosia delle prostitute: cercano i tuoi occhi e se per caso li trovano, cercano di capire se sei disponibile a salire sulla loro auto ed eventualmente provano a tentarti con occhiate languide e cenni della testa e delle mani.
E bisogna considerare che il numero di taxi è enorme, il doppio delle auto normali. Per cui la città ha un tappeto sonoro di clacson, colpi brevi, insistenti, snervanti.

Mi rendo conto di essere nervoso quando all’ennesimo BI-BIP alle mie spalle, mentre sto legando i bagagli sulla Pollita a bordo strada, sbotto con la guardia armata a pochi passi da me:

“Ma basta con questi clacson, è un tormento!!!”

La guardia sorride e annuisce, mi dice che ho ragione. Ma allora, li sentono i rumori! Gli danno fastidio! Infatti girando per le città peruviane, ti viene il dubbio che il rumore non gli dia fastidio, che forse il silenzio e la tranquillità siano spaventosi come l’horror vacui.

Inizio a dirigermi verso Huanchaco, ma dopo qualche km lascio perdere: che vado a fare su una spiaggia col mare freddo e con la fretta di arrivare a Lambayeque il prima possibile?

Riprendo la Panamericana, come al solito oppressa da una cappa di nuvole grigie e circondata da un paesaggio desolato di dune di sabbia e deserto pietroso.

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Dopo qualche decina di km, imbocco il bivio per El Brujo, quel sito non voglio perdermelo.

La strada corre per una ventina di km dritta verso il mare. Arrivo a Magdalena di Cao, un paesino rimesso a nuovo penso dopo la costruzione del museodi El Brujo.
Dopo alcuni km, raggiungo un bivio a poche centinaia di metri dal mare. Da un lato indica la playa e una huaca, dall’altro il museo. Vengo attirato dal mare e giro verso destra. La pista corre a lato della spiaggia, fino ad arrivare ad un agglomerato di case abbandonate. Scatto qualche foto, tra un paio di uccelli che cerco di identificare ed un cane che, da lontano, inizia a correre verso di me.

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(l’ingegnoso sistema per evitare che le mareggiate mangino la spiaggia)

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Torno alla moto e vado al museo. Anche qui, guida obbligatoria e controllo rigido: niente foto. Mi mangio le mani a vedere tali meraviglie e non poterle fotografare per ricordarmene una volta in Italia. Il museo raccoglie le vestigia, gli ornamenti e i doni contenuti nella tomba della Signora di Cao, una regina dell’epoca Moche la cui tomba è rimasta inviolata per secoli e secoli.
Ad accompagnarla, doni di ogni tipo: bottiglie in ceramica nello stile Moche, sempre sorprendenti per fattura e realismo, gioielli a decine, bastoni, diademi, collane, emblemi e un’infinità di oggetti da lasciare a bocca aperta.

La visita si conclude all’esterno, nella piramide di adobe che conteneva la tomba. Dall’alto si vede l’incredibile gruviera di fori praticati negli anni dagli huaqueros, i saccheggiatori di huacas, le piramidi Moche e, in generale, i siti archeologici peruviani. Lo huaquero è il nostro tombarolo, che per recuperare oggetti preziosi da vendere al mercato nero, non si fa scupolo di distruggere le tombe e le strutture antiche.

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(Tutti i fori circolari che si vedono, sono i “carotaggi” degli huaqueros)

Rientro nel museo per riprendere il casco e la giacca che avevo lasciato quando sono entrato. Il custode non c’è, in una sala c’è un gruppo, ma quelle successive sono vuote. Di corsa, scatto foto a destra e sinistra, ai gioielli, alle ceramiche, alle collane. Tutto. Col gruppo che mi “insegue” sala dopo sala e con quello successivo che cerco di non riprendere, arrivo fino alla sala buia dove viene conservata la mummia della Dama di Cao e i gioielli più belli. Aspetto che esca il gruppo, mentre sento che sta arrivando il gruppo successivo.
Devo sbrigarmi, scatto foto a raffica a tutto quello che riesco, finché non entra la guida seguita dal gruppo.
Fine della ricreazione, esco dalla sala della mummia e mi ritrovo davanti la guida che, secondo me, mi sta cercando, perché arriva di corsa e quando mi vede si ferma e mi accompagna all’uscita.
Visto però quanto ci tengono alla segretezza, ho deciso di non pubblicare le foto più particolari, magari le invio a chi sceglierà la foto su IndieGoGo, penso sia una bella idea.

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Riprendo la Panamericana, prossima fermata Lambayeque. Dalle parti di San Pedro de Lloc si alza un potente vento dal mare. Guido con la moto inclinata verso destra, verso il mare, per controbilanciare la forza del vento. La forma delle piante, completamente modellate dal vento, mi fa pensare che il vento sia una costante. Peccato non ci sia nemmeno una pala eolica! La strada è bordata da centinaia di metri di rete per trattenere la sabbia portata dal vento, ma in alcuni punti è completamente sommersa di sabbia.

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Arrivo a Lambayeque e cerco subito il museo delle tombe reali di Sipan. Il museo è particolare sin dalla forma, a piramide tronca come quelle costruite dai Moche.

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Stavolta mi fregano: bisogna lasciare necessariamente tutto. Non ti perquisiscono, è vero, ma decido per una volta di fare la persona corretta e lascio davvero tutto: telefono, macchina fotografica.
Il museo è eccezionale, come quello di El Brujo, raccoglie i ritrovamenti in una tomba, anche questa reale e incredibilmente ricca di gioielli, ceramiche e tutto il corredo già visto, ma ancora più prezioso e particolare. Sono stupefacenti gli orecchini di rame dorato e turchese incastonato, a raffigurare uccelli e divinità, poi degli stendardi di oro e rame dorato, la corona, i coltelli votivi (il tumi), i pettorali di conchiglie e molto altro. Non solo del Re, ma anche di un gran sacerdote nonché, più sotto, di un governante precedente di 4 generazioni al Signore di Sipan. Un trisavolo anch’esso molto importante.
Questo è il secondo museo più bello ed emozionante che ho visto, dopo quello delle tombe reali di Filippo II a Verghina, in Grecia.

Si è fatto tardi e Tucume, come immaginavo, salta. Lo vedrò domani, per ora trovo un albergo vicino la bella plaza de Armas, con alberi potati in forme bizzare. Parcheggio in un corridoio strettissimo dell’albergo, esco per cenare, passo davanti alla cattedrale e vedo che è aperta. Stanno officiando la messa, è il momento della comunione e mi viene un sorriso per il tipo che sta suonando e cantando, una specie di pianobar.

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Ceno e torno in camera, sono molto stanco. Faccio in tempo a pensare che finalmente l’aria si è scaldata che in camera mi ritrovo tre … zanzare!! Che si concentrano sulla caviglia e piede destro. Iniziamo bene …
Prendo una decisione storica: tolgo l’imbottitura ai pantaloni e metto via il gilet elettrico che fino a oggi mi hanno accompagnato. Vediamo se è ancora troppo presto oppure no.

Domani mi avvicino più possibile al confine con l’Ecuador e dopodomani, se i piani non cambiano, sarà il grande giorno di tentativo di ingresso in Ecuador! La tensione c’è … speriamo bene!

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8 pensieri su “Tra re e regine Moche

  1. Suggerisco l’acquisto di una scacciacani, magari calibro .45 così torna utile pure coi tassisti……. 😉

    • Ahahhaah!! Quasi quasi … L’ultima armeria che ho visto era a Calama, in Cile, poi più nulla … Un amico mi ha suggerito uno spray urticante, ma pure quello non saprei dove trovarlo e il tempo che lo tiro fuori, lo apro e lo uso, sono già caduto e aggredito 😉

  2. Aaa… dalla foto oh! Fabio, vedo che hai meno adipe, molto meno; che so, 65 kg totali scarpe incluse.
    Bravo, bene, continua.

  3. Hey just wanted to give you a quick heads up and let you know a few of the images aren’t loading properly. I’m not sure why but I think its a linking issue. I’ve tried it in two different internet browsers and both show the same outcome.

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