Il déjà vu é ormai completo.
L’anno scorso l’inizio del viaggio fu funestato da una serie di disavventure: l’arbitraria cancellazione dei voli da parte della compagnia aerea, la moto che andava come un ciuco zoppo, il passaggio di proprietà non riuscito tra me e Nicola e così via.
Attualizzando al 2014, per ora siamo a: herpes zoster, meglio noto come Fuoco di Sant’Antonio, diagnosticato esattamente il giorno prima della partenza.
Partenza che viene ovviamente rimandata, con conseguente ingresso in un tunnel dell’orrore animato da decine di telefonate, email, messaggi Facebook e su siti internet per riuscire ad ottenere l’ovvio: lo spostamento del volo per motivi di salute.
“Ovvio” che mi costa 400 euro e svariate imprecazioni.
Oggi la partenza, che non può smentirsi e difatti segue il medesimo trend.
Pare che su Lisbona (scalo necessario per arrivare a Recife, in Brasile) si sia scatenata l’Apocalisse: allerte meteo, bombe d’acqua e missili di fuoco dal cielo.
Partiamo da Roma con quasi due ore di ritardo e, dopo ampi giri sopra Lisbona aspettando vanamente il permesso di atterrare, deviamo per… Faro! Estremo sud del Portogallo.
Motivo? Scusate, é il comandante che vi parla, andiamo un attimo a Faro a dare il pieno e torniamo subito a Lisbona.
Il tempo é pessimo e si balla molto. Atterriamo a Faro nello stesso momento in cui il volo per Recife sta decollando da Lisbona, alle 16:20.
Ripartiamo verso le 17:15, naturalmente senza la minima speranza di raggiungere il Brasile in giornata.
Dopo sole 4 ore di ritardo, finalmente Lisbona, sotto una fitta pioggia.
Il piccolo inconveniente colpisce 73 persone. Tanti sono quelli che hanno perso la coincidenza con il Brasile: chi verso Salvador, chi Fortaleza, altri come me, verso Recife.
Seguiamo tutti una signorina che ci porta in gita.
Come uno sciame attorno al favo, il solito gruppetto di italiani che capisce solo il dialetto e continua a parlare sopra la sua voce che cerca di spiegarci di che morte dobbiamo morire da qui a domani: “cheeee?? Eeehh?? Quandoooo? Ma non si capisce niente, non può parlare italianooo?!?”
Ci godiamo il passaggio in pullman, senza aria condizionata per chiudere in bellezza la giornata.
Lungo il tragitto ascolto qualche avventuroso aneddoto: “aho l’anno scorso stessa cosa, li mortacci loro… Peccato che ‘r giorno dopo nun ce stava posto pe’ Recife e c’hanno mannato prima a Natal e poi a Recife… ‘cci loro!!!”.
Rabbrividisco… eh! ‘cci loro sí, se mi fanno vivere un’odissea anche domani!
Arriviamo in albergo, uno sterminato quattro stelle offerto dalla TAP assieme a cena e pranzo di domani.
L’unica cosa decente di oggi.
Dopo cena mi metto davanti al PC per rispondere ad un paio di email importanti. Di fronte a me si siede un cameriere, una pausa ufficiale o rubata agli occhi del caposala.
Capisce che sono italiano ed esclama: “aaah italiano… la vita é bella!”
“Insomma, ho appena perso l’aereo per il Brasile…”, rispondo senza alzare gli occhi dallo schermo.
Si affaccia dal monitor, sorride e si ritira, proseguendo a scrivere. Poi sentenzia :
“Comunque l’importante é la salute!”
Non rispondo anche se sento il collo pulsare sotto i colpi del Fuoco di Sant’Antonio…
Facendo i conti, finora tra zoster e volo mancato, ho perso 6 giorni di riposo fondamentali…
Ora sarà tutta una corsa verso il Cile, a meno che non cambi radicalmente programma e decida di godermi la vacanza usando la moto finché mi serve per poi provare a venderla al momento giusto oppure gettarla in un fosso.
Vedremo, come al solito lascerò fare al Fato.
Non c’è storia…tu alla legge di Murphy gli fai un baffo!!! 😉
Uffffff!!!!