Fino in fondo al Brasile

Oggi dovrei raggiungere, dopo settimane di viaggio tra l’anno scorso e questo, la fine di questo immenso, meraviglioso e contraddittorio Paese. 
Dovrei infatti arrivare ad Iguazú, a fianco delle celebri cascate. 

La sala colazioni é affollata di camionisti fermatisi per la notte. Posso così guardare in viso le persone che da giorni cercano di schiacciarmi.
Persone normali ovviamente, ragazzi che scherzano e ridono tra loro, ma che quando sono al volante fanno manovre da killer. 

Il cielo é plumbeo, ma per lo meno non piove.

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Questa parte di Brasile ricorda l’Europa: sono sparite le piante esotiche, lasciando il posto a abeti e conifere e i lineamenti e i colori delle persone sono del tutto bianchi, caucasici. 

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Entro al volo in una cittadina per prelevare ad un bancomat. Proprio all’ingresso dell’abitato trovo una statua dedicata ad un condottiero portoghese. 
Non ho parole, é tale e quale a quello che avevo visto in più posti l’anno scorso: li hanno decimati e derubati… e gli dedicano pure le statue!!

Le montagne ormai sono un ricordo, adesso ondegglo su e giù da alte colline.

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In discesa riesco a stirare il motore, arrivando intorno ai 100 km/h. In salita invece, raramente supero i 60km/h

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[NdA : per quelli che dicono che non metto mai foto mie, così va meglio? 😉 ]

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[NdA : povera Monnalisa, usata e banalizzata per un volgare centro commerciale]

Poche decine di km prima di Foz de Iguazú, inizia a piovere. 

“Padre nostro che sei nei cieli,
Dacci oggi la nostra pioggia quotidiana, 
Così che non possa avere nemmeno un vestito asciutto,
E mi prenda sicuro un bel malanno!”

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6 pensieri su “Fino in fondo al Brasile

  1. Wow finalmente mi sono messa al passo recuperando la lettura di tutti i post! 😀
    Adesso vado a vedere sull’Atlante dove ti trovi e che percorso hai fatto…
    Attendo curiosa racconti alla dogana!

  2. ‘azzo che cavalcata, ho sudato solamente per leggere tutte d’uno fiato le pagine della nuova avventura, figurati essere in sella. Eppure lo so, quelle immagini che riempiono gli occhi, i mille visi che ti sfilano davanti ti strapperanno sorrisi di nostalgia e ti faranno venir voglia di riaprire l’atlante. Spero tu abbia fatto il classico giretto in gommone fin dentro la Garganta do Diabo e che i progressi in campo fotografico ti abbiano consentito di acciuffare qualcune delle meravigliose farfalle nel parco li attorno. A me non bastò un intero rullino da 36 per una foto decente, peggiodei colibrì. E’ un viaggio talmente bello ed a misura di motociclista che verrebbne voglia di odiarti 🙂 🙂 🙂 Atè logo irmao, spero che almeno questo tu lo abbia imparato. 🙂

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