La bellezza della Natura

Foz é all’incrocio di tre nazioni: Brasile, Paraguay e Argentina. 
Voglio evitare tour organizzati: da quello che leggo sulla guida, quello che fanno posso farlo benissimo da solo. 

Vado con la Pollita verso il Marco das Tres Fronteiras, il punto in cui i due fiumi Iguaçu e Paraná dividono queste tre nazioni. 

Ancora ricordo il giorno in cui, mesi fa, vidi la foto di una T immensa: erano i due fiumi che si incrociavano. 
Sotto una didascalia spiegava che le tre coste che si vedevano, appartenevano a tre nazioni diverse. 
Ricordo che mi dissi: “Che posto fantastico… voglio andarci un giorno! ”

E adesso sono qui, ad ammirare questo angolo di mondo dal vero, ancora non riesco a crederci! 

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Sotto l’obelisco turistico si trova una struttura rotonda abbandonata. Si chiama Espaço das Américas ed é in completo abbandono da anni. 
Almeno lo buttassero giù, visto che é proprio in mezzo al panorama!

Dopo é la volta delle famose, immense cascate.
Mentre sto andando, sbaglio una rotonda e finisco quasi in Paraguay!
Me ne fa accorgere un ragazzo fermo in mezzo alla strada a distribuire volantini del negozio Monnalisa, di cui ho visto decine di cartelloni venendo qui. 
Pare che in Paraguay si facciano affari d’oro un po’ su tutto: tecnologia, musica, motori, ecc. 

Un paio di km prima dell’ingresso , passo davanti all’eliporto che fa un servizio turistico di volo sopra alle cascate. Quasi quasi…

Dopo aver fatto il biglietto, mi informo per l’elicottero. Sono circa 100 euro per 10 minuti di volo. 
É tanto, ma ripenso alla meraviglia del volo dell’anno scorso sulle linee di Nasca per cui accetto. E in fondo, quando mi ricapita?

Essendo da solo é facile trovare posto, vado subito col primo gruppo. 
Arriva l’elicottero, purtroppo essendo arrivato ultimo, mi becco un posto in mezzo e per fare le foto devo praticamente salire sopra gli altri. 
I posti sono due davanti e quattro dietro. Pilota una donna!

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La veduta dall’alto é spettacolare, ti rendi conto dell’immensità della foresta e del fiume che si fa strada sinuosamente dentro di essa. 
Poi, come se un Dio scherzoso avesse voluto fare un esperimento, a questo fiume immenso gli ha improvvisamente tolto la terra da sotto facendogli fare un salto di decine di metri!
Dall’alto si vede l’area di foresta allagata dall’acqua in attesa di cadere e la nuvola nebulizzata di quella già precipitata. 

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Come l’anno scorso, nonostante guardi l’infinito quando fa le virate decise e veloci, mi viene il mal d’aria. Però sopporto, sono solo dieci minuti! 
Che infatti finiscono subito, purtroppo. 

Adesso c’è la camminata vera e propria fin sotto le cascate! Si arriva vicino alle cascate con un pullman, percorrendo una strada che, chissà quanti anni fa, era aperta a tutti. La foresta ai lati é intatta, completamente impenetrabile! Alberi di tutte le altezze, fitti e poi liane, piante più piccole a chiudere ogni minimo passaggio. 
Provo a immaginare quando tutto era così é solo gli Indios la vivevano con rispetto e amore. 

Il pullman si ferma in una serie di punti dove si posso fare diverse attività : trekking, bicicletta e altro.
Poi si arriva all’ultima fermata, quella che aspettano tutti, da dove parte il percorso a piedi di un chilometro e mezzo che piano piano si avvicina. 

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Vedi sempre più da vicino l’immensità e la forza dell’acqua. Le cascate in realtà sono tante, tutte quelle che l’acqua forma dove trova dei punti per cadere. 

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Nonostante la quantità di persone, si riesce comunque a isolarsi e concentrarsi, aiutati dal frastuono che sovrasta tutto. 

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Mentre mi avvicino al clou, proprio sotto uno dei getti principali, un quati passa tranquillamente tra i piedi di decine di persone, prima di rituffarsi tra gli alberi. 

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E poi, finalmente, la passerella che porta proprio in mezzo alle cascate. Passi sopra le acque e sei attorniato, frastornato da mille getti. 
Fantastico!

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Mi inzuppo dalla testa ai piedi mentre mi perdo a pensare alla bellezza della Natura, delle sue infinite forme e di quanto l’uomo si impegni a distruggerla, tranne nei punti – come questo – in cui anche lui si inchina di fronte alla sua grandezza. 
Osservo delle rondini che giocano tra i flutti: si inseguono, sembrano passare in mezzo all’acqua!

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Mangio un panino per far passare la sensazione di nausea che ho dal volo di prima. 

Esco dalla struttura delle cascate, adesso é la volta di un altro posto che mi aspetto meraviglioso, il Parque das Aves, il parco degli uccelli. 
Si cammina nella foresta, ovviamente “addomesticata”, altrimenti non si riuscirebbe a fare un metro, tra gabbie e grandi voliere dove si trovano centinaia di uccelli meravigliosi. 

É incredibile pensare alla varietà e ai colori che la Natura é in grado di creare. 

Trascorro un paio d’ore tra tucani, mille varietà di pappagalli e tantissimi altri uccelli mai visti prima. 

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Sarebbe meraviglioso ammirarli nel loro habitat, ma ricordo che l’anno scorso non ci ero riuscito nemmeno nella foresta amazzonica vicino Manaus. 

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Ormai sono pochi e quei pochi stanno giustamente ben lontani dall’uomo!

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Durante il percorso, passo davanti al bar ristorante. Nel piccolo spiazzo di fronte, un gruppo di discendenti degli indios suona da ore la stessa breve melodia. 

La gente passa, gli scatta una foto e se ne va. Come si fa con gli animali. Mi mette molta tristezza, tristezza che leggo anche nei loro occhi. 

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Uno di loro tra l’altro suona un violino, tipico strumento degli indios della foresta!

 Alle sei mi cacciano, si chiude! 

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Fuori dal parco, torno da un gruppetto di indios vicino al punto di partenza dell’elicottero. Vendono piccoli zaini e borse di lana dai mille colori. 

Vicino a loro c’è anche un ragazzo che vende dei braccialetti, sempre di lana colorata. 
Iniziamo a parlare, é colombiano, si chiama Felipe. Finalmente qualcuno con cui posso comunicare decentemente, senza bisogno del mio orribile port-ita-ñol.
Sta viaggiando per il Sud America e si guadagna da vivere con dei lavoretti, tra cui questo dei braccialetti. Mi racconta delle difficoltà che ha, delle volte che l’hanno già cacciato dal Brasile perché qui li vedono male, gli altri sud americani. 
 
É di Medellin e si emoziona quando gli dico che l’anno scorso ci sono passato. 
A un certo punto mi chiede:
“Ma viaggi solo?”

“Sì”

“Bé hai una sella bella grande, stai comodo…”

“No, magari! Sono pieno di bagagli, é un inferno!”

“Ah peccato… sennò ti chiedevo se mi davi un passaggio in Argentina! ”

E l’avevo capito, caro Felipe… Mi ci manca solo il colombiano clandestino da portarmi appresso!

É da stamattina che non bevo, sto morendo di sete. Trovo un venditore di agua di coco poco più in là, a lato della strada. 
Anche lui per fortuna parla spagnolo. Ma un po’ tutti, in questa cifra di confine lo parlano. 
Il cartello recita, come sempre “coco gelado”. 

“É ben gelato, sì?!”, gli chiedo scherzando, visto che il contenitore dove li tiene é sotto al sole da chissà quante ore. 

“Gelato che nemmeno al Polo Nord!”, risponde ridendo. 

Finiamo a parlare del mio viaggio, mi chiede il motivo. Gli racconto del passaggio ai 40 anni, dell’amore che ho per i viaggi, la moto eccetera. 
Poi continua a chiedere, a interessarsi e allora gli racconto che c’era altro, oltre al semplice passaggio di età. 

Mi ascolta, poi dice, come tra sé e sé :

“La vita é un’illusione…”

“L’amore é un’illusione!”, aggiungo.

Riprende: “Guarda me: io ho 54 anni, lei 42”, mi indica una donna seduta più indietro, “ci siamo incontrati due anni fa, siamo felici!”

Ci salutiamo e ci auguriamo il meglio per le nostre vite. Torno in città. 

Come immaginavo, la lavanderia dove stamattina avevo portato un bel pacco di vestiti pronti per l’inceneritore, é chiusa. 
Chiedo al negozio vicino: “Riapre lunedì, domani é domenica ed é chiusa!”

“Come lunedì, io domani devo partire per l’Argentina!”

“Eeehh…”

Chiedo dall’altro vicino, una lavanderia anche questo. Mi dice subito che hanno pessimi rapporti :

“Hanno aperto dopo di noi, ci fanno concorrenza sleale, sono persone molto scorrette! Se li portavi da noi, adesso li avevi e stavi tranquillo”

“Non vi avevo visto, non immaginavo…”

“Comunque ti aiuto, risolviamo, non ti preoccupare!”

Parte un giro micidiale prima di telefonate, poi con un tipo che va in bicicletta fino a un albergo dove conoscono la padrona della lavanderia, per avere il numero di cellulare, poi chiama, poi chiama un altro numero….
Insomma, mezz’ora di delirio, alla fine della quale la signora esclama, con un sorriso di trionfo:

“Tra poco viene uno che lavora nella lavanderia e ti restituisce tutto”. 

Non so come ringraziarla. 

“E la prossima volta, portali da noi!”

Sicuro…

Torno in albergo a prepararmi, domani dovrei entrare in Argentina. Il condizionale é d’obbligo, visto che la legge brasiliana vieta la permanenza per più di 6 mesi ai veicoli stranieri. 
Vediamo come va a finire…

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4 pensieri su “La bellezza della Natura

    • Eh é complicato trovare un wifi decente qui in Argentina…
      Grazie, sì quella con l’arcobaleno piace molto anche a me 🙂
      Ogni tanto qualche bello scatto ci scappa 🙂

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