La lunga cavalcata verso il centro

Riesco a partire per le 9:20. Quasi un record per me, anche se mi aspettano 360 km, quindi comunque non arriverò presto.

Fuori da Phonsavan, lungo la statale, l’architettura tradizionale di case di bambù o legno é completamente scomparsa, a favore delle anonime e monotone case in cemento armato, dipinte con colori più o meno fantasiosi, a seconda dell’estro dei proprietari. 

Arrivo rapidamente a Muang Khoun, la città dove sarei voluto passare ieri, per anticipare la visita e risparmiare tempo oggi.

Questa città, una volta splendida con templi di legno ed altre architetture uniche, é stata praticamente rasa al suolo dai raid statunitensi, sempre nell’ambito della guerra del Vietnam. 

Il Buddha all’interno del monastero bombardato é perfettamente visibile dalla strada.

É incredibile come tutto sia crollato attorno alla statua, ma questa sia rimasta perfettamente in piedi e quasi del tutto integra.

A completare il profondo simbolismo che questo miracolo rappresenta, c’è anche la leggera menomazione che i bombardamenti hanno provocato sul viso della statua, deformandolo in una smorfia di disgusto.

L’unica plausibile, di fronte a quanto accaduto. 

Decido di completare la visita andando a vedere uno stupa a un paio di km, completamente coperto di vegetazione. 


A fianco c’è la casetta della bigliettaia (questo mestiere é esclusivo appannaggio delle donne, a quanto ho visto fino ad oggi), che ha organizzato un piccolo business di tessuti: sciarpe, camicie, borse, copricapo , molto altro. É molto brava. Anche lei usa il telaio che ho già visto nei giorni passati.

L’ebbrezza della pianura dove si trova Phonsavan termina presto.

Mi addentro di nuovo nelle montagne e mi accorgo che le gomme tassellate tengono sempre meno. Forse si stanno consumando troppo, visto che ho guidato quasi sempre su asfalto. O forse sono sgonfie, visto che da quando ho preso la moto, non ho mai controllato la pressione.


Per fortuna le montagne non durano molto e cedono il passo ad una pianura meravigliosa, coperta di alberi imponenti, impressionanti. Bellissimi. 

Tutto intorno é praticamente disabitato, a parte rari, minuscoli villaggi. Di nuovo un paesaggio primordiale e delle sensazioni da alba del mondo. 

Grazie alla pianura, i km volano facilmente, ne bevo 300 in meno di 5 ore.

​La parte finale che porta a Kong Lor, a fianco delle grotte che vorrei visitare, é una lunga, sottile striscia di asfalto che si snoda tra risaie infinite che arrivano alle montagne che chiudono l’orizzonte.




Domani visiterò le grotte e poi dovrò decidere come trascorrere gli ultimi giorni, visto che ormai, purtroppo,  ne restano pochi.

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10 pensieri su “La lunga cavalcata verso il centro

  1. A proposito della statua del Buddha, ma non è che alcuni “pezzi” sono stati rimessi su dopo i bombardamenti!?! Lo so che posso sembrare scettica anche se mi piace l’idea che Lui abbia resistito, ma mi sembra strano….

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