Nella Cuenca coloniale

Stamattina il primo pensiero è per la Pollita, che è arrivata a 8000 km. Tempo di tagliando!
Ieri il cameriere del ristorante dove ho cenato mi ha dato un nome. Non ho altro in mano, per cui mi affido a lui.

Prima di uscire dall’albergo, perdo una buona ventina di minuti con la direttrice dell’albergo e due collaboratori per cercare di trovare il numero di telefono di una SIM dell’Ecuador che mi ha dato un’amica prima di partire. Dopo aver provato codici, scambiato la SIM su tre telefoni, cercando una funzione che mostrasse il numero e tutti gli altri tentativi possibili, rinuncio e penso alla moto, che è più urgente.

Vado a prendere la moto nel garage e raggiungo il meccanico. Per fortuna è in centro!

Mi aspettavo l’ennesimo antro nero di grasso, e invece scopro che è una officina ufficiale Honda, ma lavora tutte le marche, ovviamente. Gli spiego che sono in viaggio, domani che è domenica vorrei partire e quindi se sono così gentili e disponibili da fare subito il tagliando.

“Ma certo, non preoccuparti, ti aiutiamo noi!”

Mi sento in dovere di scusarmi per la condizioni penose di sporcizia in cui consegno la moto. Tutto, ma il motore in particolare, ha uno strato di fango spesso un paio di millimetri.

“E’ lo stesso, tanto le laviamo sempre!”

Ottimo! Poi mi fa una domanda che là per là non capisco:

“Che olio vuoi?”

“Non so, uno buono”

Inizia a farmi l’elenco degli olii che ci sono e mi dice che devo andare a comprarli.

“E dove?? Non conosco la città!”

“Qui sopra, hanno tutto”

L’officina ha un negozio di ricambi moto proprio a fianco. Mi fanno scegliere che olio devono mettere a Nelinkas.

“Semi sintetico, 100% sintetico, abbiamo Repsol, Motul, …” e prosegue un lungo elenco.

“Non ne ho idea, uno buono”

“Questo Repsol è il migliore, costa 14 dollari al litro!”

“Va bene!”

Poi il ragazzo dell’officina che mi ha accompagnato, chiede un’altra cosa e il tipo del negozio sparisce nel retro e torna con un flacone spray piuttosto grande.

“In tutto sono 19 dollari e 75 cents”

In pratica, qui funziona che scegli i ricambi, così sai cosa metti e poi li porti al meccanico. Fantastico! Perchè non lo fanno anche in Italia, dove invece c’è sempre il dubbio amletico su cosa ti abbiano messo ( dubbio sia sulla qualità che sul prezzo effettivo)??

Saluto e ci diamo appuntamento per le 15.

Vado verso la piazza centrale ed inizio un lungo giro per il centro. Mi getto su un carretto che vende frutta fresca e i cocchi verdi di cui si può bere il succo all’interno. Che meraviglia questi posti dove puoi trovare la frutta ad ogni angolo e da consumarsi in tanti modi diversi!

image

image

image

image

image

image

image

image

image

image

image

image

image

image

(C’è anche il mio negozio!!!)

Ancora non ci credo che non c’è più il sottofondo costante di clacson, poi sono sparite i puzzolenti e rumorosi mototaxi a tre ruote, non ci sono più dossi ogni 100 metri, non ci sono più ingorghi, ma le auto aspettano senza ammucchiarsi in orge di lamiere, ti fanno passare sulle strisce e tanti altri comportamenti di civile convivenza e rispetto.
Mi sembra un misto tra la precisione del Cile e l'”esotismo” della Bolivia. Entrambi edulcorati, però ancora ben marcati. E con una natura esplosiva.

Mangio in una tavola calda fuori dal centro storico, stordito da una televisione ad un volume oltre la soglia del fastidio, ma nessuno sembra curarsene.

Faccio il giro della piazza, poi vado verso il museo d’arte contemporanea, visto che continua a fare scrosci improvvisi di pioggia.

Arrivo in Calle Larga, su cui pare si affaccino molti edifici coloniali. Sarà il tempo con la pioggia intermittente, sarà il grigio del cielo che uniforma tutti i colori, ma non mi sembra una città più che “piacevole”. Il titolo di World Heritage dell’Unesco mi lascia un po’ perplesso.

Proseguo la passeggiata fino ad un mercato. Ci sono molti banchi di carne poi di frutta, verdure e penso anche di tutto il resto. Come al solito, faccio le foto tenendo la macchina fotografica schiacciata contro la pancia, senza vedere dove punto.

image

image

image

image

Esco e vado in un altro punto che la guida definiva come mercato dei fiori. Questi sono 5 o 6 bancarelle che vendono fiori e composizioni floreali.

image

image

image

image

image

image

image

Nel frattempo si fanno le 15, vado dal meccanico a prendere la moto. Mi dice che è tutto a posto, la manodopera sono 20 dollari.

Torno in albergo a riposare e parlando con un amico, mi rendo conto che non ho voglia di infilarmi in un’altra grande città, Quito, la cui attrattiva principale sono le molte chiese coloniali e quindi, per me che sono di Roma, dove ci sono più chiese che case, non sembra essere di grande interesse. Decido che mi fermerò in un paesino all’inizio della foresta e poi dopo uno o due giorni, in un altro paesino prima del confine con la Colombia.

Trascorro il pomeriggio leggendo la guida e vari articoli, scrivendo mail e messaggi: insomma, relax, visto il ritmo degli ultimi giorni. Esco solo pochi minuti per risolvere l’enigma del numero di telefono e caricarci qualche dollaro.

Cena e poi a letto, non ho voglia di fare adesso i bagagli, rimando a domani!

– – – – –

Anche tu puoi sostenere la Pollita in questa avventura! Viaggia con noi sulle ali della Pollita, con una cartolina, una foto, una t-shirt e altro ancora!

Usted también puede apoyar la Pollita en esta aventura! Viaje con nosotros en las alas de Pollita, con una tarjeta, una foto, camisetas y mucho más!

You can also push Pollita in this adventure! Travel with us on Pollita wings, with a postcard, a picture, a t-shirt and many more!

–> http://www.indiegogo.com/projects/nelinkas-around-south-america-dream

9 pensieri su “Nella Cuenca coloniale

  1. Dai nelik…ke dopo ci pubbliki i ” diari della motocicletta”!!!!ci diventi pure famoso e vai ospite da licia colo’!!!! buon viaggio!!!

  2. Ma….. chiamare con la SIM misteriosa uno qualsiasi dei cellulari la attorno e vedere che numero compare? 🙂

    • E bravo te 😉 Non c’era credito né per inviare un SMS né per fare uno squillo su un altro telefono! Sulla SIM c’è un ID che non é il numero di telefono e dalle funzioni del cellulare (provato su BlackBerry, Samsung e Ericsson) diceva “numero sconosciuto” …

      Poi sono andato in centro Claro e mi hanno dato il codice per vedere il numero, che é *120# non so se é uno di quei codici validi per tutti o solo una funzione di Claro

Commenta l'articolo