Alle 7 i miei timori di ieri si materializzano: il cielo è coperto come in un novembre romano e piove fitto.
Mi ributto a letto e alle 8 la sorpresa: il cielo si è aperto e il sole ha iniziato a scaldare. La giornata può iniziare!
Andiamo sulla spiaggia del centro di Pipa, minuscola quando la marea è alta. Da lì si può andare nella praia do Amor, dopo una bella passeggiata sulla battigia, ammirando come sempre gli spazi così ampi, grazie anche alla bassa marea.
La spiaggia sembra essere poco più ampia di quella do Madeiro dove siamo andati ieri e ci sono alcune palme a pochi metri dall’acqua a donare il classico e suggestivo profilo da “spiaggia tropicale”.
Ci piazziamo su due sdraio. Molti le offrono gratuitamente, ovviamente è opportuno consumare qualcosa e i prezzi sono solo leggermente più alti del normale. Il pensiero vola veloce alle spiagge italiane, dove tutto costa un occhio della testa, per poi tornare qui, nel presente, per godere di queste ultime ore di mare e, in definitiva, del viaggio.
Anche oggi la giornata trascorre velocemente, fin troppo, tra bagni, letture e ozio. Quando il sole sparisce dietro la montagna, passeggiamo fino alla fine della spiaggia affacciandoci oltre la punta di roccia che separa gli arenili.
La malinconia prende corpo, la tristezza per la fine imminente di questo viaggio da sogno, che tanto mi ha regalato e di cui devo ancora capire gli effetti.
A cena ci incontriamo con Hans, parlando nuovamente del mondo, di sogni e prospettive. E’ sempre bello incontrare persone così!
Dopo cena ci separiamo: lui rimane a Pipa, mentre noi andiamo alla festa di chiusura di un torneo di vacqueros. Prendiamo la moto ed andiamo nel villaggio a una decina di chilometri da Pipa, nell’entroterra.
Ci immergiamo in un attimo nella realtà contadina e tradizionale brasiliana: decine di cavalli che gironzolano nel parcheggio e una piccola folla a seguire la gara che non riusciamo a capire del tutto. Due persone a cavallo affiancano e stringono tra loro una giovane mucca, correndo a perdifiato fino alla fine del rettilineo, lungo un centinaio di metri, facendo poi cadere la mucca entro due righe bianche segnate col gesso sulla terra. Questo quello che forse ho capito vedendo alcune gare, ma non sono sicuro di aver interpretato correttamente.
Alle spalle dei vaqueros che si esibiscono a rotazione, sempre diversi, un palco con un gruppo di forrò, musica tradizionale brasiliana molto divertente. Il volume è esageratamente alto. Tutti o quasi sono ubriachi e ballano senza sosta, l’atmosfera è di festa, risate e scherzi.
Balliamo fino a mezzanotte, poi torniamo alla posada.
Domani purtroppo lasceremo il mare, direzione Recife, dove abbandonerò la Pollita. Sarà un giorno estremamente triste.
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Anche tu puoi sostenere la Pollita in questa avventura! Viaggia con noi sulle ali della Pollita, con una cartolina, una foto, una t-shirt e altro ancora!
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Non puoi abbandonare la Pollita!!!
E come faccio? La smonto e me la riporto in Italia come bagaglio a mano?? 😉
c’è un’altra soluzione…. Rimani con lei!!! e continui questo viaggio lungo una vita, no? 😀
Dopo tutte le persone che hai incontrato e soprattutto quelle che hanno fatto “La Scelta”, non ti viene voglia di sganciarti dalla routine che ti aspetta a Roma? dai dai.. non far finire questo viaggio… Noi viaggeremo sempre con te e magari ti potremmo venire a trovare in qualche luogo sperduto nel mondo.
Ieri guardavo “Slow Tour” di Turisti per caso e pensavo a che cavolo di lavoro si sono inventati… daje che il tuo viaggio con la pollita sarebbe veramente uno slowwww tour!! 😀
Ciaooo 🙂
Ehehehe!!! Davvero lento!! 🙂
sono commossa
Io piango proprio!!