Non può che migliorare

(27/12/2013)

Mi sveglio prima dell’alba per vari dolori dovuti all’influenza esplosa con grande tempismo la vigilia di Natale.

Alle 9 telefono alla compagnia di navigazione per sapere a quanto ammonterebbe il rimborso in caso di rinuncia.

“Recupera il 50% fino alle 18, deve aprire la pratica sul sito web, inviare un’email e spedire via fax il certificato medico che attesti la malattia”. Nient’altro? mi chiedo mentre attacco.

La partenza é alle 20, ho ancora qualche ora per decidere.
Preparo i bagagli più per inerzia che per vera convinzione.

Pranzo con i miei genitori poi, per la Legge del Tempo valida dagli inizi dell’Universo, si fa ora di partire.

Via, mi lascio andare, monto i bauli e imbocco l’Aurelia, direzione Civitavecchia!

Contrariamente al solito, al termine del tratto a 4 corsie non faccio l’autostrada ma proseguo sull’Aurelia: ho voglia di vedere luci e persone, un po’ di atmosfera natalizia.

Il check-in é un lampo, mi imbarco parcheggiando a fianco delle immancabili BMW con bauli d’alluminio, faretti e altri accessori standard da moto-avventurosi.

La nave é stra-piena, non ci sono cabine libere. E anche la sala poltrone trabocca di famiglie, bambini che sciamano ovunque e anche parecchi cani.

Senza rendermene conto, scelgo il posto peggiore in assoluto, sotto la televisione che resterà accesa a berciare fino a notte fonda e a due metri da una delle porte che conducono all’esterno. Sbatterà per tutta la notte.

Dulcis in fundo, il materassino che ho portato con me é bucato, per cui mi trovo a dormire direttamente sul pavimento, per la gioia della mia schiena.

Attacco bottone con un piccolo gruppo di motociclisti. Chiacchierando scopro che uno di loro venne in un gruppo che guidai nel 2002 fino a Mosca, in una delle due occasioni in cui lavorai per un’agenzia di viaggi in moto. Il mondo é proprio piccolo!
Chiacchieriamo di viaggi e di vita fino a mezzanotte, finchè il sonno non scende su di noi.

Il mare é mosso, la nave caracolla sulle onde col solito rumore di motore e vibrazioni fin nell’essenza della struttura.

Il sonno, finalmente, arriva.

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2 pensieri su “Non può che migliorare

  1. Ma lo riparerai il materassino rotto per il ritorno ?
    Poi.
    Dopo.
    Semmai.
    Non adagio.
    Cioè, non troppo adagio.

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