In Asia, in Asia!

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Mi sveglio alle 7:30, significa che ho dormito 8 ore! Un evento epocale, non ricordo quand’é stata l’ultima volta…

Mi scontro con la prima colazione turca: olive di tutti i tipi e preparazioni, formaggi, carne e così via.
L’unica cosa per me, sembrano essere dei corn flakes della Nestlé e del pane con una specie di Nutella. E un’anguria insapore.

Mentre sto uscendo dalla città, vedo da una traversa uscire un’auto. Con una manovra tipica romana, il tipo si butta in mezzo alla strada per riuscire a passare prima di me, in un attacco di fretta di cui solo lui conosce le cause.
Mi taglia completamente la strada, ma essendo abituato non mi sorprendo anzi, avevo già rallentato per farlo passare. Peccato che dall’altra direzione arrivi un’altra macchina che non si aspetta una manovra tanto veloce e scorretta. Breve frenata dell’auto che scende, poi lo scontro.

Li lascio che stanno litigando, dopo pochi km imbocco l’autostrada per Istanbul. Passo a fianco di campi sterminati di girasoli, doveva essere uno spettacolo vederli nel pieno della fioritura!

Me ne vado da Edirne con il pensiero che  sarebbe stato un buon posto dove fermarsi un giorno. Il fatto é che non avendo un piano, non so valutare se sono in ritardo oppure no.
Inizio a riflettere sulla mia volontà di non pianificare le ferie, perché di volontà si tratta, mi sembra evidente.
Probabilmente é una reazione al mio lavoro, dove invece devo pianificare tutto, verificare che tutto stia andando secondo i piani e correggere ogni scostamento dal piano. Troppi piani!
É la reazione degli opposti.  
Quando vivo le mie esperienze fuori dall’ufficio, voglio farlo in piena libertà! Con tutti i problemi che questo può comportare, pazienza.

Man mano che mi avvicino a Istanbul, il traffico aumenta. La città é annunciata da una serie di quartieri satellite iper-moderni.

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Il traffico rallenta fino praticamente a fermarsi. Mentre mi stiro mettendomi in piedi sulle pedane, realizzo che probabilmente ho perso il guanto che mi ero tolto per fare le foto e che tenevo incastrato tra il serbatoio e la gamba.
Mi giro e vedo che é a terra. Le auto gli passano sopra.
Per fortuna sono in un punto in cui le auto sono quasi ferme. Sono nella corsia più a sinistra, lo spazio per fermarmi é pochissimo, ma ci riesco appoggiando la valigia della moto al guardrail. Cammino verso il punto in cui é caduto, fermo le auto con un cenno e riesco a recuperarlo.

Riprendo la galoppata verso Est, finalmente passo sul meraviglioso ponte che supera il Bosforo.

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Sono ufficialmente in Asia.

Ripenso ai ponti spettacolari che ho attraversato l’anno scorso, i due che ricordo più intensamente sono quelli di Maracaibo e quello sull’Orinoco, entrambi in Venezuela.
Questo non é da meno, anzi, trasmette in pieno la simbologia che rappresenta, il collegamento tra due continenti, un segno di unione che fa trattenere il fiato per l’emozione quando lo si attraversa.

Inizio una deviazione che avevo visto ieri sulla cartina, verso Sile, ma mi rendo conto che non ha molto senso. Quella che doveva essere una strada panoramica in una zona verde, si rivela essere una super strada veloce a 3 corsie per parte, trafficata di mezzi pesanti.
La parte veloce finisce e diventa più interessante, anche se cosparsa di mucche in libertà, molto pericolose per chi va in moto.

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I paesaggi diventano sempre più belli, sono contento di aver seguito questa deviazione, quanto meno faccio un po’ di curve, non c’è la facevo più con l’autostrada!

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L’ultimo tratto di 70 km prima di riprendere l’autostrada a Izmit lo faccio seguendo un’auto con dei ragazzi. Hanno un buon passo e il guidatore ci tiene a farmi vedere quanto guida bene, correndo tra le curve mentre tiene il braccio sinistro fuori dal finestrino, gesticolando mentre discute con il passeggero.

Le ore passano, oggi ho meno sonno di ieri, anche se dopo 6/7 ore la stanchezza torna a farsi sentire.
Riprendo a riflettere sulla mia vita, cambiata così tanto nell’ultimo anno.

Dov’ero, dove sono, dove avrei dovuto essere, dove avrei potuto essere… e qui le alternative si aprono.
Per ultimo, dove avrei voluto essere. No, in realtà per ultimo é, dove vorrei essere.
Molte domande, poche risposte.

Arrivo a Safranbolu al crepuscolo, che regala alle tante case storiche in legno una luce calda e avvolgente.

(vedi foto a inizio articolo 😉

Trovo al volo in alberghetto, tiro sul prezzo il giusto, mi sistemo ed esco per la cena.

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Un po’ l’abbigliamento, un po’ le poche parole di turco che conosco, mi scambiano per turco sia al ristorante che per strada in un paio di occasioni.

Dopo cena scatto qualche foto in notturna e vado a dormire.

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Domani la voglio dedicare interamente a Safranbolu, anche se per quelli che ho visto, é già troppo turistica per i miei gusti, troppi negozietti di souvenir e altre trappole per turisti.

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7 pensieri su “In Asia, in Asia!

  1. Nelinkos, ti comunico che ora ti trovi a 485 m s.l.m. e che in quella zona la corrente alternata è di soli 200 volt.
    Grazie.
    Vado.
    Poi torno però.
    Forse tornerò.
    Ma dai sì, tornerò di certo.
    Aspettami lì.

  2. Buon viaggio Nelìk! Leggo anche stavolta con molto piacere i tuoi avvincenti racconti! 😉 Tra l’altro la Turchia è interessantissima! 😉

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