Vengo allegramente svegliato da un paio di bombe carta che esplodono molto vicino all’hotel.
I festeggiamenti continuano!
Mi informo e scopro che il River Plate ha vinto la Coppa America. Bene. Adesso basta, però eh!
Faccio un giro veloce in paese, passeggiando fin sotto il Cerro de Siete Colores.
Ha dei colori incredibili, però é piccolo e parzialmente coperto da alberi e case.
In altri Paesi, avrebbero ripulito tutto e costruito belvederi e bar.
Vado verso nord, prima di tornare a Salta. Infatti ho cambiato programma e invece di fermarmi un giorno qui, mi avvantaggio e inizio a tornare verso sud, direzione Cile.
Percorro una gola lunga decine di km e larga qualche centinaio di metri. É piena di colori e formazioni rocciose spettacolari, sembrano le fantasie di un pittore.
Arrivo a Tilcara e mi rendo conto che, da Rio de Janeiro, ho fatto quasi 4mila km e il tagliando devo farlo ogni 3mila!
Mi informo da un meccanico d’auto:
“Sì te lo faccio, ma non prima delle 15 eh!” e rituffa la testa nel cofano del camion che sta riparando.
Sono le 12, ho tre ore per fare un bel giro fino alla quebrada di Humahuaca.
Arrivato, dopo un’ottantina di km all’incrocio con l’ingresso nel paesino, mi fermo a parlare con un ragazzo delle informazioni turistiche che aspetta in mezzo alla strada.
“Guarda, ci sono questi monumenti da vedere in città”, indica dei punti su una cartina che tiene in mano, “poi c’è il Cerro multicolore”.
“Ah sì, bello, ho visto il Cerro de Siete Colores a Purmamarca”.
Mi guarda come se avessi detto che, bello Eurodisney, una volta sono stato al calcinculo di Frattocchie e mi sono molto divertito!
“Il Cerro multicolore ha quattordici colori, non sette!”, precisa quasi offeso, “ed é molto più grande!”
Esta bien, ci vado allora…
“Quanto ci vuole?”
“Un’ora per andare, mezz’ora per tornare”
“La pista é buona?”, chiedo ancora.
“Sì, é ben battuta, dura”
“Meglio della Ruta 40??”, chiedo tanto per capire di cosa parliamo.
“Ma siiiiì!!”, risponde con un sorriso, come se avessi nominato il peggio del peggio.
Dopo aver superato il paesino, imbocco una strada sterrata abbastanza buona. Non é come la Ruta 40, ma nemmeno quest’autostrada di terra che voleva farmi credere.
Il panorama é spettacolare. Passo in mezzo a rocce colorate, punteggiate di cardones in fiore.
Attorno ad uno di questi si aggira, velocissimo, un colibrì o beija flor, bacia fiori, come si chiama molto più romanticamente in spagnolo.
Inizia una salita molto ripida per superare una catena di montagne ed arrivare, finalmente, al Cerro multicolore.
Dopo una mezz’ora di faticosa e durissima salita a 10/15 km orari, sento un odore di bruciato venire dal motore.
Riecheggiano improvvise le parole di Nicola di questa mattina: “Rabbocca l’olio almeno!”
Non l’ho rabboccato ovviamente e l’idea di fondere il motore in mezzo al nulla, non mi attira per niente.
Mi fermo per far raffreddare il motore.
Nel frattempo dò un’occhiata alla cartina approssimativa che mi ha dato il tipo all’ingresso del paese.
Caccio quasi un grido di orrore quando leggo la distanza di un paesino ben prima del cerro: 55 km!!!
A quest’andatura impiegherei almeno altre due ore, sempre che non fonda il motore.
A darmi un ulteriore spinta a tornare indietro, ci pensa il tempo. Un forte tuono arriva dalla vallata, mi giro e vedo un massa nera come la notte che scende dalle montagne che chiudono la piana.
É un tutt’uno, mi rimetto in casco e giro la moto: torno indietro!
In discesa faccio fatica a non esaltarmi, la Pollita va alla grande, la pista é splendida.
Devi far ricorso a tutto il mio buon senso per evitare problemi su una pista isolata, in un paese straniero.
Lungo il ritorno passo di nuovo davanti ad un cimitero coloratissimo.
Dentro ci sono delle persone che sembrano amici. Lavorano ad un paio di tombe, scavando e sistemando le pietre.
Riesco ad evitare la pioggia sulla pista di terra, però sull’asfalto non sfuggo!
Torno a Tilcara per il cambio dell’olio. Il tipo di stamattina, sempre agitato, la inizia subito. Alla fine prende 95 pesos per l’olio, quasi 10 euro per un litro e 25 pesos per la manodopera, meno di 3 euro!
Torno a Salta sotto l’acqua, tanto per cambiare!
Domani per fortuna resto qui, così posso riposarmi un po’!
i CACTUS SONO SPETTACOLARI IN QUEL PAESAGGIO! e la foto della bimba…stupenda
Bellissimi… oh e il colibrí? Ormai lo diamo per scontato?? 😉
Purmamarca ❤
Le foto della bambina e del colibri sono bellissime!!
Grazie!! 🙂
Piacciono molto anche a me… Il fatto é che per una che ne pubblico, ce ne sono cinque che non pubblico, ma così… perché decido io, magari agli altri piacciono di più altre che ho scartato 😉