Le Piccole Lenzuola sul fiume

La gita di oggi si svolgerà interamente sul fiume Preguiças , passando dalle Piccole Lençois per arrivare a Caburé, sul mare.

Subito dopo colazione andiamo alla precedente pensione, visto che abbiamo già pagato le escursioni, ma non abbiamo avvisato del cambio di alloggio. Anche oggi troviamo un taxi ad attenderci, un bel trattamento!

Ci porta fino al molo di Barrerinhas dove troviamo altre persone a formare un gruppo di una ventina di persone. Saliamo su un bel motoscafo spinto da un fuoribordo da 200 CV e iniziamo la gita sul fiume.
A differenza del Rio delle Amazzoni, le sponde di questo sono del tutto disabitate, solo distese di mangrovie affacciate sull’acqua e, dietro, palme e altri alberi molto fitti.

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Ci infiliamo in un canale dove si affacciano vecchie case ormai semi distrutte dalle acque e dall’abbandono. Il ragazzo che guida il motoscafo si ferma per spiegarci qualcosa, ma sono troppo lontano e non ho voglia di impegnarmi a capirlo, mi limito a guardarmi intorno riempiendomi gli occhi di questa natura incontaminata.

Dopo una ventina di minuti di navigazione vediamo estendersi sul fiume alte dune. Sono le Piccole Lençois! A differenza delle altre che abbiamo esplorato ieri, sono meno estese, da qui il nome, è di colore ocra anzichè candide.

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La barca approda direttamente sulla sabbia, abbiamo 40 minuti di tempo libero. Ci spariamo subito un’agua de coco, poi iniziamo ad arrampicarci sulle dune.
Presto ci troviamo completamente soli, gli altri restano nel ristorante oppure nei pressi del fiume. Anche queste sono magiche, irreali. Iniziano improvvisamente ed altrettanto improvvisamente terminano in una distesa di verde e, da questo lato, sul fiume. Come nelle Grandi Lençois, anche queste accolgono piccole lagune tra una duna e l’altra.
Giochiamo a rotolarci, scivolare, camminare sulla sabbia fine come farina; ci lasciamo catturare dal silenzio, rotto solo dal vento che ci avvolge, incessantemente e che ci ricopre di sabbia.

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Il tempo vola e torniamo giusto in tempo per giocare con alcuni macachi che, a fianco del ristorante, vengono a mangiare dalle nostre mani. E’ sempre affascinante e per certi versi inquietante, vedere quanto ci somigliano! O quanto noi somigliamo a loro, dipende dai punti di vista.

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Ripartiamo aggirando la duna che si estende ormai per molti metri sul fiume, prossima fermata un piccolo villaggio con un faro dal quale è possibile osservare dall’alto le Piccole Lençois e il fiume che si getta in mare.

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Ultima sosta, stavolta a Caburé, dove vado a gettarmi nelle acque molto mosse dell’oceano.

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Pranziamo con un bel piatto di gamberi e riso, poi ci godiamo il tepore, il vento e la pace dondolandoci sulle amache.

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Il ritorno è veloce, senza soste, finché, dopo una ventina di minuti di navigazione, il motore del motoscafo muore improvvisamente. Silenzio. Mi giro e vedo il ragazzo al volante già con il cellulare in mano. E subito chiede chi di noi prende il segnale. E’ chiaro che c’è un problema! Va sul retro della barca a trafficare e riesce ad accendere il motore. Penso ad un serbatoio di riserva, invece forse si tratta solo di una piccola riserva, perché non facciamo altro che arrivare sull’altra sponda del fiume dove si affaccia la casa di un pescatore.
Irrompiamo così nella tranquilla vita di questa famiglia, piena di galline e galli, anatre e altri animali da cortile, inclusi una splendida coppia di inseparabili di cui sia Caterina che io ci innamoriamo all’istante, piante da frutto, qualche campo coltivato e probabilmente anche una barca per pescare, visto che ci sono diverse reti da pesca.

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Restiamo sulla riva per un po’ di tempo, chi a chiacchierare con la famiglia, chi a guardarsi intorno, chi a fare conoscenza approfittando di questo imprevisto, quando finalmente arriva da Barrerinhas la barca di soccorso.
Alcuni salgono con loro, il resto rimane sul motoscafo adesso rifornito di benzina.

Torniamo in città, facciamo una breve passeggiata, poi finiamo la giornata e la serata nella pensione.

Telefoniamo a Michael che domani ci accompagnerà lungo una pista fino a Paulino Neves. Dovrebbe essere una alternativa “pietrosa” rispetto alla pista “diretta”, piena di sabbia profonda.
Speriamo bene, perchè in due carichi su una moto da 11 CV sarebbe piuttosto faticoso se non impossibile superare dei banchi di sabbia.

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