Alla scoperta della Valle Sacra

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Oggi è dedicata interamente alla Valle Sacra di Cusco, una specie di anello ricco di siti archeologici. Come sempre, non so cosa aspettarmi perchè non ho visto nulla prima di partire, nè in Italia, nè qui.

Esco da Cusco e inizio ad arrampicarmi sulla ripida ed alta collina alle spalle della città. Arrivo con sorpresa sotto al Cristo di Cusco che ieri sera vedevo dalla Plaza de Armas.

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A poca distanza dalla statua, si entra nel primo sito, Saqsayhuaman.
Era composto da diverse linee difensive, costruite dagli Inca con la maestri già vista a Cusco: massi enormi, intagliati e incastrati con una precisione ed una perizia che ha dell’incredibile. Anche in questo caso, il sito fu praticamente smantellato dagli spagnoli per costruire case, chiese e altri edifici.

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Si gode anche di uno splendido paesaggio su Cusco.

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Già arrivando qui, ma soprattutto proseguendo verso Pisac, mi ritrovo sempre più immerso negli alberi. Amo i deserti per le sensazioni che trasmettono, ma confesso che passare tra gli alberi, riposare la vista con il verde e assaporare i profumi dell’eucalipto e il familiare odore del pino, della resina scaldata al sole e della sua essenza, tutto questo mi piace e vorrei continuasse.
Invece pare che gli alberi, nonostante l’altitudine, siano l’eccezione e passo da una macchia verde all’altra, attraverso le consuete montagne e colline spoglie.

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Dopo pochi km arrivo a Qénqo, dove si può girare in alcuni cunicoli e sale che sembrano essere state dedicate alla preghiera. Dovrò studiarlo con calma sulla guida.

Qualche altro km e arrivo a Pukapukara, costituito da un paio di piccole piattaforme proiettate su una vallata meravigliosa. Si visita velocemente, il tempo di ammirare il panorama e sentirsi per un attimo un uccello che può ammirare la terra dall’alto.

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Quasi di fronte c’è Tambomachay. Lì per lì non si capisce in cosa consista il sito, visto che ci sono solo due serie di nicchie molto grandi e delle fontane. Mi metto a riprendere fiato accanto ad una guida che racconta ai suoi clienti che le fonti servivano per purificare l’anima e il corpo e che l’acqua era sacra per gli Inca, come fonte di vita.

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Mi arrampico sulla collina di fronte alle nicchie, sperando di raggiungere altri resti, ma trovo solo un ruscello che inizio a seguire. Ha scavato un piccolo solco nel terreno e scorrendo crea il suono così rilassante e così noto nelle culture ad esempio giapponese e araba.
Lo seguo per diverso tempo, poi mi rendo conto che è inutile proseguire, mi sto solo addentrando nelle montagne e quello che cerco è proprio davanti a me. Mi sdraio e mi lascio prendere dalla pace e dalla tranquillità del luogo. Scaldato dal sole, a contatto con la terra, cullato dal gorgoglio dell’acqua che scorre a pochi passi da me.
Inizio a respirare al ritmo della terra, ma purtroppo devo riprendere la strada. Mi avvio verso valle, mentre cerco un fazzoletto in tasca. Possibile, non ne avevo uno? Non sarà caduto mentre ero sdraiato? Mi giro che ero già lontano e vedo, nera, a terra, la macchina fotografica. C’è mancato poco che la perdessi!

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Riprendo la strada, stavolta ci sono un po’ di km prima di fermarmi a Pisac, con un altro sito archeologico. La strada che percorro rimane in quota e segue sinuosa la vallata, la Valle Sacra, appunto. Mi diverto nelle curve, fino ad arrivare a Pisac, sul fondo della valle, all’altezza del fiume che ha creato nei secoli quello che mi circonda.

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Per raggiungere il sito archeologico di Pisac devo salire nuovamente sulla montagna dall’altro lato della vallata. Rimango senza parole quando vedo una serie di terrazzamenti enormi, sia per altezza che per estensione e numero. La strada termina all’ingresso del sito, che giro velocemente perchè inizia ad essere tardi. E’ davvero spettacolare e a sapere che era così bello, sarei arrivato prima. Le terrazze sono enormi, molto alte e lunghissime. Un lavoro incredibile, gli Inca non finiscono di stupirmi. Come molti popoli antichi, hanno realizzato delle opere che anche oggi, migliaia di anni dopo, ci si chiede come ci siano riusciti.

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Oltre ad essere tardi, il cielo è minaccioso. Se inizia a piovere sicuramente dovrò rallentare molto perchè le strade sono sempre unte di gasolio perso dai camion.

Torno a Pisac e proseguo sul fondovalle verso Urubamba. Si alza un vendo caldo e potente. Arrivo al bivio per Chinchero. Lo prendo, anche se il mio obiettivo è molto prima, a Maras e le sue saline di cui ho sentito parlare.
La strada è splendida, di campi dorati incorniciati da montagne possenti e, quelle più arretrate, coperte di neve. Il cielo è scuro e drammatico di nuvole, con squarci di sole a illuminare con fasci di luce il grano e la roccia.

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La strada che conduce alle saline è una pista, che punta alle montagne e precipita poi in una stretta valle.

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Resto letteralmente a bocca aperta per la meraviglia quando le saline appaiono. Meravigliose. Ricordano le vasche della lavorazione delle pelli che ho visto in Marocco, ma senza quell’odore nauseabondo.
Formano un mosaico di vasche di varie dimensioni e poste a diversi livelli sul fianco della montagna. Il cielo scuro, trafitto da raggi di luce che vanno a illuminare come spot alcune vasche e parte delle montagne circostanti, donano un’aura sacra e mistica.

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Delle gocce di pioggia mi risvegliano, tra poco inizierà a far buio e ancora non ho il biglietto del treno per Aguas Calientes.

Risalgo dalla vallata in cui ero sceso per le saline, ripercorro all’indietro la pista e torno sulla strada principale.

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Ollantaytambo è graziosa anche se molto turistica. Prelevo un po’ di soldi, mangio al volo degli anticucho cucinati in un banchetto a bordo strada, parcheggio la moto e vado alla biglietteria del treno.

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Avevo capito che c’era un treno ogni ora, invece gli orari variano molto, con parecchi buchi di diverse ore. Finalmente arriva il mio turno, trovo un buco sia per oggi (sono le 18 ma trovo posto solo sul treno che parte alle 21) e domani è rimasto un unico posto alle 16.
Pago il biglietto con la carta di credito (120 dollari l’andata e ritorno!), poi la ragazza allo sportello mi chiede:

“Ma ce l’hai l’ingresso per domani??”

“Sì, cioè no … ma dici a Wayna Picchu? Non importa, lì non voglio andarci”

“No no, proprio al sito di Machu Picchu”

“Cioè??”

“Cioè è tutto pieno domani, se non hai già il biglietto non puoi entrare, è inutile che vai a Aguas Calientes”

“E quando c’è posto per entrare a Machu Picchu?”

“Lunedì”

Oggi è sabato … non so cosa fare.

“E comunque lunedì sul treno c’è posto solo per l’andata, non per il ritorno.

“Ah, e quindi??”

“Non so, tieni, questo è l’indirizzo del sito delle ferrovie e questo del sito per prenotare l’ingresso a Machu Picchu, prenota e torna quando hai tutto”

Mi tolgo dalla fila, che ho bloccato da parecchi minuti e mi attacco al telefono con la tipa dell’hotel di Cusco, il Cusi Wasi. Stamattina nè nei giorni scorsi mi avevano detto nulla!

Le chiedo subito se per favore sente le persone che conosce a Aguas Calientes per vedere se si riesce a trovare un biglietto.

Dopo qualche minuto mi richiama:

“Non preoccuparti, c’è un ufficio, la Direccion de Cultura, che dovrebbe avere un biglietto. Gli fai vedere il biglietto del treno, gli dici che non hai alternative di tornare nei prossimi giorni, vedrai che ti fanno entrare.”

Sento che è adesso che non ho alternative. Non posso far altro che fidarmi.

Mi rimetto in fila, molto più lunga di prima. Arriva il mio turno e la tipa mi guarda con aria di scherno e con sarcasmo mi chiede:

“Hai visto su internet e hai prenotato tutto?”

“No, veramente dall’albergo mi hanno detto che riescono a trovare il biglietto”

“Ma non è possibile, non c’è posto!”

Continuiamo nel botta e risposta, non vuole farmi il biglietto. Molto probabilmente ha ragione lei e me ne pentirò amaramente, ma decido di fidarmi dell’albergo e insisto per avere il biglietto.

Alla fine me lo fa e vado alla stazione, dove mi parcheggio per un paio d’ore in un bar con wifi.

Arriva il momento di partire, a bordo ci offrono anche una bibita e uno snack. Il treno viaggia lentamente, sono curioso di vedere il tragitto che fa con la luce del sole!

Vengo accolto a Aguas Calientes con un cartello col mio nome, credo sia la prima volta in via mia!

Gli orari di domani sono: 4:00 sveglia, 4:30 colazione, 5:00 uscita, 5:20 preghiera in spagnitaliano per avere un biglietto in non so quale ufficio e poi il resto della giornata sarà tutto da scoprire.

Ieri scrivevo che non ci credevo che stavo per andare a Machu Picchu e oggi, ancora più di ieri, lo dico nuovamente. Riuscirò ad entrare a Machu Picchu???

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